Anche noi abbiamo gli spyware, anzi gli spyrtacus: sappiatelo



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Spyrtacus è uno spyware italiano, costruito per esserevenduto alle forze governative italiane. Una delle cose più inutili che si possono fare al mondo è quella di spiare i giornalisti: scrivono qualunque cosa vengano a sapere e lo fanno il più velocemente possibile per non farsi bruciare la notizia dai concorrenti. Quindi, invece di comprare spyware, li si può seguire sui giornali od online, e si viene a sapere tutto, con molta meno fatica.

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C’è solo un motivo per cui qualcuno potrebbe voler spiare un giornalista: la speranza di sorprendere qualche suo segreto, e tentare di usarlo per far pressione sul suo lavoro. In Italia, però, una cosa simile non sarebbe perdonata nemmeno se chi la compie avesse una licenza di uccidere come quella dell’agente 007.

In questo articolo parliamo di:

Contabilità

Buste paga

 

Scandali tecnologici

Lo scandalo della scoperta dell’uso degli spyware Graphite e della società Paragon continua a fare scalpore, a interessare, sia in Italia sia all’estero, e il quotidiano americano online di tecnologia Techcrounch lo scorso 13 febbraio ha pubblicato un articolo in cui ha parlato di una serie di spyware in italiano creati da un’azienda lombarda e venduti ad organizzazioni governative e alle forze dell’ordine italiane.

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La lettura dell’articolo è interessante. Gli americani sono gli inventori di google traslator, scrivono in modo molto semplice e seguono dei ragionamenti molto superficiali. Nei loro articoli, ad ogni frase letta nascono decine di domande che rimangono senza risposta. Di fatto, però, nell’articolo si dice che Paragon non è stata la prima azienda ad inventare gli spyware da vendere ai governi, ma che già nel 2018 ci era arrivata la Sio Spa, che avrebbe creato uno spyware chiamato Spyrtacus, in grado di travestirsi da app android, in modo da essere scaricata da incauti e tecnologicamente poco smaliziati delinquenti.

Spyrtacus

La app era in grado di tenere aperta una conversazione telefonica, in modo da trasformare il telefono in un microfono nascosto, o di trasmettere delle chat intere, o una rubrica. L’autore dice anche che non si è mai saputo chi fosse stato spiato in questo modo. Dice anche che Spyrtacus non si trova nello store di Google play, ma che veniva caricato da dei “siti esca”.

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I mezzi delle forze dell’ordine

Se seguite gli articoli di Co Notizie, ma anche degli altri giornali, ormai sapete già che non è impossibile che le forze dell’ordine abbiano usato anche questi sistemi, nel caso non avessero funzionato cimici, gps, intercettazioni telefoniche, copie forensi di telefonini, tracciati e molto altri strumenti che hanno a disposizione. Però sapete anche che per intercettare una persona è necessario il mandato di un giudice.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Ricordo un caso in cui i carabinieri trovarono un ladro perchè, quando si era recato a compiere un furto, non si ricordava la strada per arrivare alla villa che doveva derubare, ha acceso lo smartphone, e si è collegato al suo account di Google maps. Scoperto il furto, il mattino seguente, il nucleo investigativo dei carabinieri aveva trovato una mezza impronta di un pollice su una inferriata tagliata. Il ladro si era rotto un guanto.

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Nell’ormai famoso SDI, il database interforze, quel pezzetto di impronta riconduceva al nostro ladro. Il suo smartphone con la app degli spostamenti di Google Maps lo posizionava esattamente nel centro della villa derubata, nella notte in cui era stata derubata. Qui potete leggere come sia finita, ma potete ben capire che alle forze dell’ordine generalmente non servono gli spyware: è sufficiente Google Maps.

Non siamo così tanto delinquenti…

In Italia siamo circa 60 milioni e la maggior parte sono anziani. Ci sono Stati con meno popolazione, ma sicuramente non ci avviciniamo ai 334,9 milioni di persone degli Stati Uniti. La maggior parte degli italiani ha una vita onesta e prevedibile. Certamente ci sono mafia, camorra e ‘ndragheta, ma le persone che varrebbe la pena di spiare legalmente con Spyrtacus sono poche e sicuramente non abbastanza da giustificare l’esistenza di una azienda dedicata appositamente alla creazione di spyware. Avrei quasi la tentazione di supporre che le 12 versioni di Spyrtacus che gli esperti interpellati da Techcrounch dicono di aver trovato siano state fatte ad hoc per 12 persone diverse.

Non sono soli

Un altro caso di spyware italiano, codificato per intercettazioni, è citato in un altro articolo, questa volta pubblicato da Vice. Sono casi che riguardano il 2018, 8 anni fa. Dal punto di vista tecnologico è quasi un millennio, ma è un articolo interessante che parla dei prezzi che lo stato italiano pagava, a quel tempo, per le operazioni che gli operatori telefonici effettuavano su richiesta delle autorità giudiziarie. Attualmente sono prezzi sicuramente cresciuti.

Quasi divertente è invece il caso di un’azienda calabrese che, nel 2019, aveva raffazzonato un malware, e invece di infettare qualche telefono indicatogli dall’autorità giudiziaria, ne aveva infettati circa un migliaio appartenenti nella maggior parte dei casi a innocenti, e si è poi trovata lei stessa al centro di una indagine giudiziaria. Questi casi però sono ormai storia e le sfide future per tenere in equilibrio sicurezza, libertà e privacy sono molto più grandi. Di una cosa però è necessario che tutti siano convinti: non deve essere mai concesso spiare i giornalisti.

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Nota della redazione

I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l’evoluzione di ogni fatto. L’articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c’è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.



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