Pfas nei materiali utilizzati nella cementeria


«In assenza di un piano di riconversione della Cementeria di Monselice, previsto dal Piano Ambientale fin dal 1998, è impossibile e irrealistico qualsiasi sviluppo del Parco Regionale dei Colli Euganei nell’ambito del progetto MAB – UNESCO. A ulteriore conferma di questo assunto, sono state trasmesse al Presidente della Provincia di Padova – Sergio Giordani, –  le nuove evidenze scientifiche che dimostrano i rischi di potenziale contaminazione ambientale dalle pericolosissime sostanze Perfluoroalchiliche – P-FAS, connesse all’uso di materiali derivati dalle scorie di incenerimento di rifiuti nel ciclo produttivo della produzione del cemento». Il Comitato Popolare “Lasciateci Respirare” e il Comitato dei Cittadini, “E noi?” insistono sulla pericolosità per la salute della presenza del cementificio a Monselice, aggiungendo a una situazione già secondo loro critica, la presenza dei Pfas. 

«I rischi della presenza di P- FAS non sono stati infatti presi in considerazione nel corso del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale – VIA – risalente al lontano 2012 e, di conseguenza, sono del tutto assenti le prescrizioni e/o i limiti di funzionamento atti ad applicare correttamente il principio di precauzione nella attuale Autorizzazione Integrata Ambientale – AIA», evidenziano. «In base agli studi ed al parere dell’Istituto Superiore della Sanità, allegati alla lettera dei Comitati, il rischio di contaminazione da P-FAS dei terreni prospicenti l’impianto è definito e valutato come inaccettabile; la Cementeria di Monselice è infatti collocata in prossimità di un polo scolastico frequentato da centinaia di studenti, all’interno del perimetro del Parco Regionale dei Colli Euganei e in adiacenza ad un sito SIC-ZPS, natura 2000, quale il Monte Ricco, che è parte di una rete ecologica riconosciuta a livello europeo. La lettera è stata trasmessa per conoscenza anche alle diverse associazioni di categoria che sostengono, e si sono impegnate ad investire, credendo negli obiettivi dichiarati del progetto MAB- UNESCO».

Per questo la lettera inviata al Presidente Giordani: «La Provincia di Padova è chiamata ad evitare scelte che causerebbero danni irreversibili alle economie del turismo, dell’agricoltura e del distretto della salute e benessere termale, andando incontro agli indirizzi tracciati dal Parco Regionale e attivandosi fin da subito a mettere in atto tutte le migliori azioni necessarie ad evitare il peggioramento dell’inquinamento, già accertato dalla stessa ARPAV». I comitati temono che l’ingombrante presenza della cementeria venga rinnovata oltre la scandenza naturale: «Si deve inoltre tenere in debita considerazione come, essendo la prossima scadenza dell’AIA della Cementeria fissata nel 2029, un suo eventuale rinnovo consentirebbe di prolungarne il funzionamento fino all’anno 2045, condizione che potrebbe comportare irreversibili e insostenibili danni economici a tutto l’indotto correlato allo sviluppo del Parco Regionale, oltre a gravissime perdite dell’immagine del “brand territoriale” sul quale i diversi “stake-holders” e le stesse istituzioni stanno investendo da anni. E’ inaccettabile che la cementeria di Monselice tenti di risolvere la crisi strutturale dell’intero comparto del cemento con la scorciatoia del riciclo migliaia di tonnellate all’anno di materiali derivati dall’incenerimento di rifiuti e provenienti dalle scorie di fonderia, il tutto all’interno di un Parco Regionale. I vincoli di protezione previsti dal Piano Ambientale ed il buon senso comune non possono consentire il prolungamento a tempo indefinito di queste lavorazioni pericolose: spetta alle istituzioni agire con coraggio e aperta determinazione».

Per gli ambientalisti non c’è parco senza il superamento della cementeria, una vicenda che si trascina da decenni oramai. «Oggi è a tutti evidente che la sostenibilità del Parco significa turismo, agricoltura, enogastronomia, storia e binomio terme & salute – non può essere legato alla presenza di P-FAS, alle Diossine e ai Policlorobifenili». A maggior ragione quindi, secondo gli ambientalisti, senza una netta presa di posizione si mette a rischio sia il Parco che il progetto Mab Unesco. «Ci riserviamo  fin d’ora di mettere in atto tutte le possibili azioni al fine di tutelare l’ambiente ed il futuro del Parco Regionale, salvaguardando le attività economiche ad esso correlate.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link