Il centro storico sconvolto per la tragica fine di ‘Totore’: “Quelle bestie la pagheranno” #finsubito richiedi mutuo fino 100%

A pochi metri dal complesso di San Domenico Maggiore e dal Cristo Velato, in pieno centro storico, c’è il basso dove viveva Salvatore Cannova, persona fragile che da tempo temeva che gli potessero portare via la casa. Era semplice incontrarlo a ogni ora del giorno e della sera seduto sulla sua sediolina con accanto Charlie, il suo cane bianco. Oggi quel luogo è riempito solamente da fiori e messaggi in cui coloro che lo avevano conosciuto chiedono di sapere cos’è davvero successo a Totore in quel tragico giorno in cui è stato ucciso in maniera brutale.

Dalla scomparsa al ritrovamento con il volto sfigurato

Le tracce di Totore Cannova si erano perse l’otto novembre quando si era allontanato dal suo appartamento assieme al suo cagnolino. Dopo alcune ore aveva fatto ritorno in vico san Domenico Maggiore solamente l’animale, che viveva di solito in simbiosi con il padrone. Era perciò scattato subito l’allarme dei familiari che avevano contatto oltre alle autorità anche “Chi l’ha visto?”. Nella notte tra l’otto e il nove novembre il tragico ritrovamento del corpo senza vita di Salvatore in via delle Repubbliche Marinare, a terra, senza documenti. Sul suo volto tracce molto evidenti delle profonde ferite infertegli sino a provocarne il decesso avvenuto poco dopo in ospedale.

Da tempo Salvatore, che era afflitto da disturbi che gli provocavano sbalzi di umore sempre più forti, era avvolto dalla paura che potessero sfrattarlo dal basso in cui viveva da solo con il suo cagnolino dopo la morte della mamma. Negli ultimi mesi aveva anche subito episodi di bullismo di vario genere e si segnalano dei litigi sempre più frequenti con i vicini. Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’omicidio e risalire ai colpevoli, che al momento non sono stati individuati.

“La sua morte è una sconfitta per tutti”

“Riposa in pace caro Salvatore quelle bestie senza Dio la pagheranno”, è solo uno dei tanti bigliettini lasciati sulla porta di casa del 50enne. In molti oggi piangono per la sua scomparsa e si chiedono se avrebbero potuto fare di più per aiutarlo. “La sua morte è una sconfitta per tutti. Ci sentiamo tutti responsabili. Noi residenti e commercianti del quartiere perché avremmo dovuto e potuto stargli più vicino ed aiutarlo nella lotta contro i suoi demoni e le istituzioni che avrebbero dovuto donargli quella serenità e quella sicurezza che avrebbe meritato”, spiega a NapoliToday una residente.