“Una legge nazionale sul fine vita”


Nel centrodestra posizioni divergenti, ma si cerca una sintesi con FdI.

Mentre la Toscana apre la strada a normative regionali sul fine vita, Forza Italia ribadisce la necessità di una legge nazionale per regolamentare il tema in modo uniforme. Il partito di Silvio Berlusconi, pur riconoscendo la complessità della materia e la sensibilità che la circonda, spinge per un intervento parlamentare che eviti disparità tra le Regioni e dia un quadro giuridico chiaro ai cittadini e alle istituzioni sanitarie.

Il punto di Forza Italia: una legge nazionale per evitare frammentazioni

L’urgenza di una legge nazionale sul fine vita è stata sottolineata dal capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia del Senato, Pierantonio Zanettin, relatore sul tema insieme a Ignazio Zullo di Fratelli d’Italia. Sui contenuti dobbiamo ancora trovare delle convergenze – ha dichiarato Zanettin – il mio impegno sarà quello di arrivare a un disegno di legge che possa essere approvato in Parlamento. Ad esempio, il ruolo del Servizio sanitario nazionale ci dovrà essere? E i Comitati etici come li facciamo? Nazionali o regionali? E le cure palliative le rendiamo obbligatorie?”.

L’obiettivo del partito azzurro è garantire una normativa che eviti il rischio di una gestione disomogenea sul territorio nazionale. La legge approvata in Toscana ha riacceso il dibattito, ma secondo Forza Italia non può essere lasciata alle singole Regioni la responsabilità di regolamentare un tema così delicato.



Il dialogo con Fratelli d’Italia e il centrodestra diviso

Nel centrodestra esistono sensibilità diverse sul tema. Mentre la Lega con Attilio Fontana sottolinea chela posizione della Cei (Conferenza Episcopale Italiana. ndr) è diversa da quella prevalente nel Paese (ma i sondaggi dicono l’esatto contrario, ndr)”, Fratelli d’Italia appare più cauta. Forza Italia, pur condividendo la necessità di regole chiare, cerca un compromesso con il partito della premier Giorgia Meloni.

È evidente che con Fratelli d’Italia dobbiamo trovare dei punti di contatto”, ha riconosciuto Zanettin, lasciando intendere che il confronto è ancora aperto.



Marina Berlusconi interviene: “Serve un dibattito serio”


A dare ulteriore slancio alla discussione è stata Marina Berlusconi (foto), che ha sollecitato un dibattito parlamentare approfondito. “Una discussione seria in Parlamento è necessaria”, ha affermato la presidente di Fininvest e Mondadori.

Le sue parole sono state accolte con favore da Marco Cappato, leader dell’Associazione Luca Coscioni e storico attivista per il diritto al fine vita: “Sono felice che Marina Berlusconi abbia avuto quest’attenzione al tema e conto nell’assoluta autonomia dei parlamentari. La libertà di coscienza prima della disciplina di partito”.

La posizione degli altri partiti e le prospettive future

Sul tema è intervenuto anche il segretario di +Europa, Riccardo Magi, che ha sottolineato come oggi in Italia c’è già il diritto al suicidio assistito in determinate condizioni, stabilite dalla sentenza della Corte costituzionale del 2019. Un intervento del Parlamento è auspicabile, purché non sia regressivo rispetto alla decisione della Corte”.

Anche Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana, ha esortato il Parlamento a legiferare: “Ai parlamentari chiedo di fare una legge migliore della nostra”.

Nel frattempo, l’Associazione Luca Coscioni ha annunciato una mobilitazione nazionale dall’1 al 13 aprile, con il 5 aprile come giornata chiave, per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere le Regioni ad adottare normative sul fine vita.

Verso un disegno di legge condiviso?

Il dibattito è aperto e la strada per una legge nazionale sul fine vita appare ancora in salita. Forza Italia si dice pronta a trovare una sintesi con Fratelli d’Italia, ma restano da sciogliere nodi cruciali come il ruolo del Servizio sanitario nazionale, la definizione dei Comitati etici e l’obbligatorietà delle cure palliative.

Quel che è certo è che il tema non può più essere ignorato e il Parlamento dovrà presto decidere se e come intervenire per regolamentare in modo uniforme un diritto che tocca la vita – e la morte – di migliaia di italiani. 



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