Il centrodestra continua a difendere il teleriscaldamento, che porterebbe a un aumento delle imposte comunali. Il sindaco ribatte: “E’ antieconomico e inefficiente”
BUSTO GAROLFO (MILANO) – Continua il dibattito tra la maggioranza e l’opposizione sul tema del teleriscaldamento. A causa delle inadempienze del gestore, riscontrate in seguito a un sopralluogo avvenuto il 28 settembre 2022, effettuato per accertare lo stato di conservazione delle apparecchiature, l’amministrazione di Susanna Biondi aveva deciso di rescindere il contratto trentennale con l’azienda Tesi (poi SmeAm dal 2018) e interrompere la fornitura tramite teleriscaldamento.
Lo stop al teleriscaldamento
Il processo di scissione del contratto è iniziato il 30 maggio 2023 ed è terminato il 16 giugno dello stesso anno per grave inadempimento. L’azienda ha contestato la risoluzione, dichiarando che l’effettiva scissione dovrà essere accertata giudizialmente, in quanto l’azienda considera il recesso unilaterale “in mancanza di gravi inadempimenti del concessionario, comunque allo stato affatto dimostrati e tanto meno accertati giudizialmente”.
Il dibattito politico
Il caso si sposta così in tribunale, ma il vero dibattito è politico. Da un lato c’è l’amministrazione di Giovanni Rigiroli, che non intende ripristinare gli impianti, considerando il costo insostenibile. Tale costo, sostengono dal Comune, causerebbe un inevitabile aumento delle imposte per i cittadini. Inoltre, la produzione di energia dell’impianto è nettamente superiore al fabbisogno cittadino, se si considera che alcune strutture comunali si sono rese indipendenti. Inoltre, la riqualificazione degli impianti prevede un corso di circa 600.000 euro, senza contare la parte elettrica, che presenta apparecchiature risalenti al 1993.
La risposta dell’opposizione
Sull’altro fronte c’è l’opposizione, in particolare il centrodestra di Marco Binaghi, che bolla la scelta della giunta come “sconcertante”, visti gli ingenti investimenti pubblici fatti negli anni, e soprattutto in vista di un oneroso contenzioso, che si aggira intorno a un milione di euro, in base alla dichiarazione inviata dai legali dell’azienda SmeAm. Rigiroli però tira dritto e conferma la scelta di rinunciare al teleriscaldamento, affermando che il contenzioso è stato aperto anche dal Comune nei confronti di SmeAm, sia per inadempienza sia per i danni subiti.
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