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L’ampliamento delle autostrade è stato chiaramente sostenuto dalla Quinta Svizzera #finsubito prestito immediato




Gli svizzeri e le svizzere all’estero hanno scritto più spesso un sì rispetto all’elettorato in patria.


Keystone/Christian Beutler

A differenza dell’elettorato in patria, che domenica ha rifiutato con quasi il 53% il progetto di estensione della rete autostradale voluto dalle autorità, gli svizzeri e le svizzere all’estero hanno espresso un chiaro sì. La Quinta Svizzera ha anche votato in modo diverso sulle sublocazioni, accettando i due emendamenti legislativi.

Sebbene sia stato previsto fin dal primo sondaggio della SSR, il netto sì (più del 57%, 10 punti in più rispetto all’elettorato nel suo insieme) della Quinta Svizzera all’allargamento di sei tratte autostradali rimane comunque sorprendente e difficile da interpretare.

Che la diaspora e la popolazione che vive in Svizzera votino spesso in modo un po’ diverso è un fatto assodato, anche se l’analisi sia limitata dal fatto che solo 12 Cantoni su 26 forniscono statistiche separate sul voto delle persone residenti all’estero.

Tuttavia, tradizionalmente, la Quinta Svizzera è posizionata più a sinistra ed è più favorevole a temi ambientali. L’ultimo esempio risale a settembre, quando la maggioranza della diaspora ha sostenuto l’iniziativa per la biodiversità, che però è stata respinta a livello nazionale.

Domenica, è accaduto il contrario. La politologa Martina Mousson di gfs.bern è sorpresa da questo risultato, che “contraddice lo schema abituale”. Per ora può emettere solo delle ipotesi. La diaspora che segue maggiormente le raccomandazioni delle autorità non è una spiegazione sufficiente, osserva.

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Gli svizzeri e le svizzere all’estero, che tornano in patria in modo sporadico, potrebbero percepire l’aumento della densità dei veicoli sulle strade in modo più acuto rispetto a chi vive quotidianamente in Svizzera. La popolazione espatriata potrebbe dipendere maggiormente dall’auto quando si trova in Svizzera; una parte di loro potrebbe anche essere costituita da frontalieri e frontaliere che fanno i pendolari, ma non disponiamo di dati che lo confermino.

La differenza nel comportamento di voto potrebbe anche risiedere nel confronto tra l’infrastruttura autostradale svizzera e quella estera: “Chi vive all’estero può essere abituato a viaggiare su autostrade più ampie rispetto a quelle svizzere e considerare ciò come la normalità”, suggerisce la politologa. Infine, il valore attribuito alla mobilità potrebbe essere un altro indizio: “Il fatto di spostarsi spesso fa parte dello stile di vita delle persone espatriate; potrebbero aver interiorizzato l’importanza di una mobilità fluida e ben funzionante.”

Ma, secondo l’esperta, il voto della Quinta Svizzera su questo tema rimane ancora un mistero. In particolare, il problema del traffico indotto – “più strade portano a più traffico” – sollevato da chi si opponeva all’ampliamento, è di portata internazionale e la maggioranza delle persone espatriate sembra concordare con questa affermazione nei sondaggi.

Un elettorato sensibile agli abusi dei subaffitti commerciali

L’altro oggetto su cui il voto della Quinta Svizzera differisce da quello nazionale è la revisione del diritto di locazione sui subaffitti. Mentre globalmente la proposta è stata respinta nella misura del 52%, l’elettorato residente all’estero, per il quale sono disponibili statistiche, l’ha accettata a quasi il 54%.

Su questo oggetto, è possibile che gli effetti perversi dei subaffitti commerciali, tramite piattaforme come AirBnB, abbiano avuto un peso maggiore sul voto della diaspora, afferma Martina Mousson.

Nei sondaggi prima del voto, la maggioranza dell’elettorato approvava l’argomento secondo cui questi subaffitti turistici possono portare ad abusi e alimentare la crisi abitativa. Ma “questa problematica è più sentita all’estero che in Svizzera, ad esempio in alcune grandi città europee”, osserva la politologa.

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Nessuna differenza sugli altri temi in votazione

Sugli altri due oggetti in votazione, la diaspora si è invece espressa in modo simile al resto del Paese. Ha respinto l’altra modifica del diritto di locazione (che voleva facilitare le risoluzioni anticipate del contratto di locazione in caso di necessità specifica dei proprietari) in modo un po’ più netto rispetto all’elettorato complessivo.

Per quanto riguarda il finanziamento uniforme delle prestazioni sanitarie, lo ha accettato come l’insieme della popolazione che si è recata alle urne, anche se in modo un po’ più marcato.

Bassa affluenza

In generale, la votazione del 24 novembre 2024 non resterà negli annali come un evento che ha scatenato le passioni. A livello nazionale, lo scrutinio ha mobilitato il 45% dell’elettorato, un tasso leggermente inferiore rispetto alle ultime votazioni: l’affluenza media degli ultimi cinque anni si aggira intorno al 50%. Anche tra gli svizzeri e le svizzere all’estero la partecipazione è stata bassa: poco più del 21%, mentre la media delle ultime votazioni è di poco superiore al 25%.

Martina Mousson sottolinea il divario tra i mezzi impiegati e l’interesse suscitato: i budget investiti in questa campagna sono stati infatti i più alti del 2024, primo anno in cui la trasparenza è obbligatoria in materia.

Texte relu et vérifié par Samuel Jaberg



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