Sassari Maestro elementare in pensione, Michele Mascotti, 83 anni, viveva da solo nell’appartamento in via Canalis. La notte del 21 maggio 2008 l’assassino bussò alla porta dell’appartamento, riuscì ad entrare e uccise il pensionato colpendolo alla testa. Il cadavere dell’uomo venne ritrovato a notte fonda: era disteso sul pavimento della cucina, immerso in un lago di sangue. Era stato il figlio di Mascotti, che non riusciva a mettersi in contatto con il padre, a dare l’allarme. Il delitto, 26 anni dopo, non ha ancora un colpevole. L’autopsia rivelò che il maestro era stato colpito con una violenza inaudita con un oggetto appuntito, probabilmente una piccozza: 15 colpi alla testa.
L’ipotesi che si fece strada da subito è che il maestro conoscesse l’assassino perché era una persona molto diffidente e non avrebbe fatto entrare in casa uno sconosciuto. L’appartamento era in una condizione di grande disordine, con documenti e incartamenti vari sparpagliati sul letto e sul pavimento. Questo fece pensare che l’assassino cercasse soldi o altri oggetti di valore. Una stranezza, perché il maestro non era ricco e non teneva grosse somme di denaro in casa.
L’unico indagato fu un giovane vicino di casa. Sentito come testimone aveva dichiarato di avere incontrato il maestro. Venne fuori che prima del delitto l’uomo aveva acquistato un martello. Quando la sua posizione passò da quella di testimone a indagato, le sue dichiarazioni non furono più utilizzabili. Nel 2012 il caso Mascotti fu archiviato. Un altro delitto rimasto avvolto nel mistero.
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