La rinascita di Trieste –


Per la NATO e l’UE è sempre più urgente sviluppare linee commerciali alternative e potenziare i collegamenti nella Mitteleuropa. In questo contesto, Trieste avrà un ruolo strategico. Nei prossimi anni, il porto giuliano potrebbe ricevere ingenti investimenti, tornando a ricoprire una posizione di primaria importanza per il commercio e la logistica europea.

La riscoperta di Trieste

I cambiamenti nel campo delle relazioni internazionali degli ultimi decenni hanno portato alla riscoperta di Trieste. L’ultima conferma arriva dalle dichiarazioni del premier italiano ai Med Dialogues dello scorso novembre: Giorgia Meloni ha ribadito l’importanza del corridoio India-Medio Oriente-Europa (Imec) per il futuro dell’Italia e ha sottolineato il ruolo strategico di Trieste in questo progetto. Il porto giuliano è destinato a diventare un perno nel commercio tra India ed Europa.

La prospettiva della città però non è solo commerciale. Le tensioni in Ucraina e Medio-oriente hanno accresciuto l’interesse degli Stati Uniti per la gestione strategica dei paesi dell’Europa centro-orientale. Questa regione è il fulcro della dottrina dei Tre Mari, e Trieste rappresenta il vertice meridionale del triangolo formato da Mar Adriatico, Mar Baltico e Mar Nero.

Tuttavia, il ritrovato internazionalismo di Trieste non la rende immune dai problemi locali. Molte aziende sono in difficoltà o stanno chiudendo e, dal 1970 a oggi, la città ha perso oltre 70.000 abitanti. Nei prossimi anni, sarà fondamentale gestire le infrastrutture pianificate e mantenere la stabilità di fronte alle tensioni tra le potenze che hanno interessi nell’area. Quello che era un avamposto dimenticato durante la Guerra Fredda potrebbe trasformarsi nell’avanguardia europea per il commercio e la difesa nel XXI secolo. 

Storia e potenzialità

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Già nel I secolo a.C., il porto giuliano era un punto di snodo per il commercio tra l’Impero romano e l’India. Trieste raggiunse il suo massimo splendore sotto l’Impero asburgico, che la scelse come hub commerciale strategico e simbolo della sua influenza economica e politica nel Mediterraneo. Nel 1719, Carlo VI la dichiarò porto franco e, con l’apertura del canale di Suez nella seconda metà dell’Ottocento, la città divenne un ponte tra l’Oriente e l’Europa. Il suo periodo d’oro proseguì fino allo scoppio della Prima guerra mondiale: nel 1914, Trieste contava 243.000 abitanti, quasi 50.000 in più rispetto a oggi.

Dopo i due conflitti mondiali, la città non riuscì più a riconquistare il suo antico splendore. Tra il 1945 e il 1954, fu amministrata da un governo militare anglo-americano e nel 1947 ottenne lo status di zona franca. L’Italia ne assunse l’amministrazione nel 1954, ma il problema principale resta: la cortina di ferro che andava “da Stettino a Trieste” ne limitò lo sviluppo, e solo con la caduta del Muro di Berlino si aprì la possibilità di una nuova ascesa.

Oggi, dopo anni di investimenti, il porto giuliano è l’hub portuale di riferimento per l’Europa centro-meridionale grazie a diversi fattori: 

  • Controlla un accesso dal Mediterraneo all’entroterra centro-europeo;
  • Gestisce una quota rilevante dell’import-export dell’Europa centrale;
  • È l’unico porto europeo dichiarato libero a livello costituzionale;
  • Ospita i principali cantieri navali italiani;
  • Il suo hinterland economico è legato al Danubio, il fiume più lungo d’Europa;
  • È l’affaccio marittimo della base USAF di Aviano e della base Camp Ederle di Vicenza.

Per tali caratteristiche, Trieste è tornata ad essere un tassello fondamentale per chiunque voglia influenzare o controllare i commerci nella regione.

Strategie che passano per Trieste

Le grandi potenze mondiali sono ben consapevoli delle potenzialità di Trieste, motivo per cui il porto giuliano è attentamente monitorato non solo dai paesi NATO, ma ha suscitato interesse anche in Russia e Cina. In particolare, la Cina, con la Belt and Road Initiative, avrebbe voluto fare di Trieste il terminale di un vasto network di infrastrutture per connettere la Mitteleuropa al Mediterraneo “cinese” della nuova Via della Seta marittima. Tuttavia, la BRI è stata bloccata sul nascere e Trieste è stata invece individuata come possibile approdo naturale del Corridoio IMEC. 

L’IMEC è il corridoio economico che collegherà India, Penisola Arabica ed Europa. A differenza della Via della Seta, che si appoggia su un’infrastruttura già consolidata e su un’economia export-orientedil commercio tra Europa e Medio Oriente ha bisogno di forti potenziamenti. Per questo, oltre allo sviluppo di nuove infrastrutture, l’IMEC ha lo scopo di promuovere il commercio e lo sviluppo in maniera duratura, attraverso una serie di investimenti che possano rendere l’Indo-Mediterraneo un asse portante del commercio globale. In questo contesto, Trieste è destinata a diventare un hub logistico di primaria importanza nel nuovo Corridoio Economico, facilitando il flusso di merci e contribuendo allo sviluppo economico e alla cooperazione internazionale nella regione.

Dal punto di vista miliare, la guerra in Ucraina e le tensioni in medio-oriente hanno riportato in primo piano la necessità di strategie di contenimento nei confronti di Russia e Cina. Il think tank americano Atlantic Councilha evidenziato la necessità di riportare in auge l’iniziativa dei Tre Mari (3Si). Nata nel 2016 con l’obiettivo di implementare i trasporti e i collegamenti energetici nella Mitteleuropa, lo scopo ultimo del progetto è quello di promuovere l’integrazione europea, garantire una maggiore sicurezza energetica, accrescere la competitività sui mercati globali e consolidare la resilienza economica del continente. 

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Trieste si inserisce perfettamente in questa strategia: grazie alle sue strutture portuali e ai collegamenti ferroviari, è già il primo porto petrolifero del Mediterraneo, il terzo in Europa per il trasporto marittimo a corto raggio e l’ottavo per tonnellaggio totale. L’idea è di coinvolgerla come nodo di connessione tra il Mar Adriatico, il Mar Baltico e il Mar Nero, formando, insieme a Costanza e Danzica, il cosiddetto “corridoio N3”. Trieste assumerebbe così un ruolo chiave nella difesa europea, fungendo da ultimo baluardo dopo l’asse Danzica-Leopoli-Costanza e rafforzando la stabilità strategica della regione.

Fonte: Atlantic Council

Quale sarà il ruolo di Trieste?

L’importanza crescente dei progetti futuri che coinvolgono Trieste potrebbe trasformare la città in un nodo strategico di primaria rilevanza a livello energetico, economico e militare.

Trieste ha già dimostrato di essere un attore chiave nelle importazioni europee di petrolio e, con ulteriori investimenti, potrebbe consolidarsi come hub energetico cruciale per la distribuzione di petrolio e, in futuro, anche di gas naturale in tutta Europa. Questa prospettiva tiene in considerazione anche la presenza dei gasdotti che attraversano l’Adriatico e la crescente necessità europea di diversificare le fonti energetiche. In particolare, il porto giuliano rappresenta un punto di approvvigionamento crucialeper l’Oleodotto Transalpino (TAL), che fornisce il 40% del fabbisogno energetico derivato dal petrolio della Germania, il 90% dell’Austria e presto anche il 100% della Repubblica Ceca, che ha dichiarato di voler eliminare le importazioni di petrolio russo.

Il porto franco triestino, al duplice scopo di allontanarlo dall’influenza cinese e di creare infrastrutture solide per il commercio e la difesa dell’Europa orientale, potrebbe iniziare a ricevere una serie di ingenti investimenti da parte dei Paesi europei e di altri attori internazionali. Attualmente, è uno dei porti con la crescita più rapida in Europa. 

Confronto tra volume del traffico di merci e crescita annua dei 20 principali porti europei (fonte: Manageritalia

Alcuni esempi degli investimenti più recenti sono: 

  • l’Adria Port Terminal, ovvero un terminal multipurpose che verrà costruito su un’area di 32 ettari e sarà finanziato in larga parte dal governo ungherese con l’obiettivo di promuovere il commercio estero dell’Ungheria;
    • L’insediamento nell’area industriale di Trieste della British American Tobacco nel 2021;
    • L’acquisto da parte di fondi di investimento e milionari statunitensi delle squadre di calcio e di pallacanestro triestine;

Trieste potrebbe altresì risultare fondamentale per l’Italia allo scopo di potenziare i rapporti con il suo secondo partner commerciale asiatico, l’India. Con l’abbandono della Belt and Road Initiative da parte dell’Italia e il confronto strategico tra Stati Uniti e Cina nell’Indo-Pacifico, la creazione di una solida rete commerciale tra Roma e Nuova Delhi, con Trieste come punto di riferimento, potrebbe favorire un aumento significativo degli scambi bilaterali e rappresentare un’opportunità di svolta per entrambi i Paesi.

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L’attività russa nel Mar Nero, con guarnigioni in Transnistria e l’annessione di territori limitrofi, ha reso urgente lo sviluppo di nuove vie logistiche per la mobilitazione delle forze NATO lungo il fronte orientale europeo. In questo contesto, sebbene il ruolo di Trieste sia prevalentemente logistico e legato ai trasporti piuttosto che alla presenza diretta di forze militari, lo sviluppo del Corridoio N3 sarà cruciale per rafforzare la difesa della NATO, agevolando il rapido dispiegamento di truppe e risorse lungo il fronte.

Alcuni segnali di questa tendenza sono già evidenti. Nel dicembre 2024, la Marina Militare Italiana riceverà la Nave Trieste, la più grande unità anfibia costruita in Italia dal dopoguerra. Progettata per garantire flessibilità operativa in scenari sia militari che umanitari, la nuova ammiraglia italiana, sebbene non sarà stanziata permanentemente nell’omonimo porto, potrebbe contribuire a intensificare esercitazioni e operazioni congiunte nell’Alto Adriatico, aumentando il ruolo strategico di Trieste nelle manovre navali e logistiche.

Trieste è destinata a giocare un ruolo sempre più centrale negli equilibri geopolitici europei. Grazie a nuovi investimenti euro-atlantici, la città potrebbe diventare un hub strategico per la distribuzione energetica e una piattaforma difensiva chiave in caso di un’escalation delle tensioni tra NATO, Russia e Cina. Dopo decenni ai margini delle grandi dinamiche internazionali, Trieste potrebbe tornare a essere un punto di riferimento essenziale per commercio, energia e sicurezza nel XXI secolo.



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