Le preghiere di Zuppi e Reina danno voce all’Italia: il Papa guarisca presto




Fedeli in preghiera durante la Messa presieduta dal cardinale Reina a Roma, nella Basilica di san Sn Giovanni in Laterano, per la salute del Papa – Siciliani

Due celebrazioni distinte, a Bologna e a Roma, ma un’unica consistente supplica per la salute di papa Francesco: il pomeriggio e la serata di oggi, decimo giorno di ricovero del Pontefice al Gemelli, sono stati animati dalla Messa presieduta dal cardinale vicario Baldassare Reina oltre che dal Rosario trasmesso in diretta tv da Bologna e guidato dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo del capoluogo emiliano.

Da Bologna parte la preghiera di tutta la Chiesa italiana

«Siamo qui per affidare alla Vergine Madre Papa Francesco, con tanto affetto e riconoscenza. La Parola di Dio e la preghiera ci uniranno ed esprimeranno tutte le nostre parole: ci aiuteranno a sentirci in comunione tra noi, con il Santo Padre e con tutta la Chiesa, in particolare con le Chiese in Italia, che nei giorni prossimi si ritroveranno in tanti modi, sempre nella dolce compagnia di Maria per intercedere per la guarigione del Papa».

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Così il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha introdotto il Rosario per la salute e la guarigione di papa Francesco, che questa sera ha guidato a Bologna, nella grande Basilica di san Domenico, affollatissima per l’occasione. Primo atto, come ha lui stesso ricordato, della preghiera corale della Chiesa italiana per la stessa intenzione, che proseguirà nei prossimi giorni.

«Sappiamo anche quanti si uniscono a noi – ha aggiunto Zuppi -. Tanti nella amicizia hanno affidato a noi la preghiera, abbiamo visto tanti attestati di riconoscenza e di stima che presentiamo tutti al Signore perché doni protezione e renda forte nella fede Papa Francesco». Il porporato ha poi voluto anche sottolineare che «certamente farà piacere a Papa Francesco che insieme a lui ricordiamo anche tutti coloro che sono nella malattia, particolarmente quelli di cui nessuno si ricorda: persone solo, quelli che vivono la sofferenza, segnati anche dalla violenza e dalla guerra».

Negli stessi minuti in cui a San Domenico si pregava il Rosario, è giunta la lettera inviata al Pontefice dal bolognese Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche in Italia (Ucooi). In Loro nome, Lafram dice di voler esprimere a Francesco «i nostri più sinceri auguri di pronta guarigione. Abbiamo appreso con preoccupazione del Suo recente stato di salute e ci uniamo in preghiera affinché possa rimettersi in forma al più presto» perché «il suo impegno per la pace e la giustizia nel mondo rappresenta un faro di speranza per molti».

Come detto, quello di stasera a Bologna è stato il primo appuntamento che coinvolgerà da domani tutte le Chiese in Italia unite, insieme, in un unico abbraccio orante. L’Ufficio liturgico nazionale ha predisposto due schemi per tessere questa catena di preghiera che raduna tutte le comunità intorno al Vescovo di Roma che presiede nella comunione.

Così Roma ha pregato per il suo Vescovo

A Roma la diocesi si è ritrovata in Laterano per pregare per il suo Vescovo. E attraverso la preghiera ha voluto fargli giungere il suo affetto. Lo ha sottolineato Reina all’inizio della Messa da lui stesso presieduta nella Cattedrale romana, la Basilica si San Giovanni in Laterano.

«Abbiamo chiesto a tutte le parrocchie della nostra diocesi – ha ricordato Reina nel saluto introduttivo -, una preghiera speciale per il nostro vescovo, il Santo Padre Francesco. In questa Eucaristia lo teniamo presente, preghiamo per la sua salute, chiediamo che il Signore gli doni tanta forza. È la scelta che si fa nelle famiglie, quando c’è il papà o la mamma che stanno male. Ci si ritrova insieme e si prega, perché come cristiani questo possiamo fare e questo siamo chiamati a fare. Allora questa sera – ha proseguito il cardinale vicario – vorremmo in qualche modo far giungere al nostro vescovo il nostro affetto e il nostro abbraccio e soprattutto la nostra preghiera. Tutti insieme, come un’unica grande famiglia. I presbiteri, i diaconi, i seminaristi, i religiosi, le religiose e tutto il popolo santo di Dio. Vogliamo bene al nostro vescovo e vorremmo davvero che questo affetto lo si traducesse in preghiera, affidando tutto al Signore e chiedendo che il Signore gli doni tanta forza».

Un momento della Messa presieduta dal cardinale Reina a Roma, nella Basilica di san Sn Giovanni in Laterano, per la salute del Papa

Un momento della Messa presieduta dal cardinale Reina a Roma, nella Basilica di san Sn Giovanni in Laterano, per la salute del Papa – Siciliani

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All’omelia, poi, il porporato ha ricordato come papa Francesco abbia insegnato «con le parole, con i gesti, con l’insegnamento magisteriale che è possibile scrivere pagine di Vangelo. Quello che abbiamo ascoltato oggi nella liturgia del Parole, vivere il perdono, il Papa lo annuncia da tempo. E allora ai popoli che sono in guerra chiede di tendersi la mano, piuttosto che alzare l’uno il braccio contro l’altro. Chiede la misericordia. Sappiamo quanto ha insistito su questo tema. Chiede l’abbraccio fraterno tra tutti coloro che che abitano la casa comune, al di là delle confessioni, delle religioni e delle diverse culture. Nel suo essere profeta in mezzo a noi – ha proseguito Reina -, davvero papa Francesco ci ha insegnato che è possibile realizzare nella nostra carne e nella nostra vita una pagina così difficile come quella del perdono e della misericordia. Ed è con tutto l’affetto possibile che noi vogliamo sostenerlo. Vogliamo assicurargli la nostra preghiera, la nostra vicinanza, la nostra gratitudine. Le domande si affollano, i medici e quant’altro. Noi preferiamo seguire la via di Dio, che sa tutto e può tutto. E noi con grande forza e con grande fede vogliamo chiedere al Dio della vita – ha concluso il porporato – che doni vita e salute e forza al nostro vescovo, perché altre pagine di Vangelo continuino a vivere attraverso il suo insegnamento, attraverso la sua parola, attraverso quello che è stato, è e sarà capace di fare».

Oltre che nella Basilica Lateranense, si è pregato in tutte le altre chiese di Roma per la salute del Papa. «In comunione di fede e di preghiera, ciascuno nella propria comunità – aveva fatto sapere la diocesi -, innalzeremo al Signore la nostra supplica per il Santo Padre, affinché lo sostenga con la Sua grazia e lo ricolmi della forza necessaria per attraversare questo momento di prova».





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