Elezioni Germania, chi ha vinto? Merz futuro cancelliere, vola l’ultradestra di AfD, crollo Spd


L’Unione Cristiano-Democratica Cdu-Csu vince, ma non stravince, le elezioni in Germania e diventa prima con il 28,5% dei voti, contro il 24,1% alle legislative nel 2021. Per il leader Friedrich Merz la strada per la cancelleria è spianata, ma non priva di ostacoli. Il risultato, stando alle proiezioni, non è quello auspicato con un tre davanti come indicavano i sondaggi che davano l’Unione al 30%. Il che per Merz vuol dire che le trattative per formare una coalizione di governo si complicano e molto probabilmente sarà necessaria una coalizione a tre. Dipende da quanti partiti entreranno al Bundestag. Al momento, se il quadro non cambia, non ci sono i numeri né per una coalizione nero-rossa con la Spd, né nero-verde con i Grünen. «Conosco la portata dei compiti davanti, bisogna accordarsi subito per un governo. La Germania deve essere governata, il mondo non aspetta noi», ha detto. Entro Pasqua, fra otto settimane, spera di poterlo presentare. I socialdemocratici (Spd) del cancelliere Olaf Scholz raggiungono con il 16,5% il minimo storico, sotto il record negativo toccato finora con Martin Schulz nel 2017 (20,5%). Secondo partito davanti alla Spd, arriva l’estrema destra con il 20,6%. L’Afd della leader Alice Weidel diventa quindi il primo partito di opposizione al Bundestag con diritto di prendere per primo la parola dopo gli interventi del cancelliere. Un successo che preoccupa sia Scholz che Merz, e ha fatto gongolare la Weidel che in tv ha sottolineato che il partito ha raddoppiato i voti (10,4% nel 2021). Un dato apprezzato da tutti è stato il record di affluenza alle urne: 83% contro il 76,4% che aveva già mostrato un’alta partecipazione. I Verdi, finora nel governo semaforo con Spd e i liberali (Fdp), si fermano all’11,8% (16,7% nel 2021). Il leader Robert Habeck non ha trainato come speravano i Verdi. Probabilmente ha pesato il bilancio negativo del governo e la sua stessa performance come vice-cancelliere e ministro dell’economia.

IL REBUS

La loro unica chance di rimanere al governo sarebbe una coalizione con Cdu-Csu e Spd, la cosiddetta coalizione Kenya dai colori della bandiera. I liberali non si sa ancora se superano lo scoglio del 5% per entrare al Bundestag: le proiezioni oscillano ma le ultime erano al 4,7%, quindi fuori. Il che comprometterebbe per Merz la possibilità di una coalizione a due ma sicuramente, se dovesse ripiegare su una a tre, i liberali sarebbero per lui più graditi dei Verdi. Un vero exploit ha fatto la Linke (Sinistra), arrivato ora all’8,7% (4,9% nel 2021). Il partito di Sahra Wagenknecht Bsw è al 5%, quindi dentro il Parlamento. Se tutti i principali partiti entreranno risulterà un Bundestag frammentato con sette partiti, otto se si calcolano separatamente la Cdu e la Csu. Il disastro Spd è una vera cesura nel panorama politico tedesco. Il partito della Germania più antico, il partito di Willy Brandt e degli altri cancellieri Helmut Schmidt e Gerhard Schröder, è in drammatico declino. Da primo partito che era alle ultime elezioni, quelle vinte da Scholz sul candidato Cdu, Armin Laschet, scende al terzo posto, sorpassato dall’Afd, e perde decine di seggi: si profila un terremoto interno anche se, ieri, nessuno dei big ha ventilato lo scenario di dimissioni. «Abbiamo vinto insieme e perdiamo insieme», il ritornello recitato dai principali esponenti, dalla copresidente Saskia Esken, al ministro della difesa Boris Pistorius. È assai probabile però che molto presto si affileranno i coltelli e si leveranno le richieste di rinnovamento dei vertici. Soprattutto si leverà l’accusa al cancelliere e ai due leader, Esken e Lars Klingbeil, di non avere scaricato Scholz nella corsa per la cancelleria e sostituito con Pistorius, il politico da mesi più popolare nei sondaggi, come molti anche nel partito chiedevano. In dichiarazioni a caldo Scholz ha detto di assumersi la responsabilità della sconfitta e si è congratulato con Merz: ha ricevuto il mandato di formare il nuovo governo. Nel confronto successivo in tv con tutti i leader, Scholz ha ammesso la sconfitta «molto amara» e ha risposto affermativamente a una domanda sulla necessità di un ricambio generazionale.

LA DEBACLE

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Lo ha ribadito lo stesso Klingbeil: «Il risultato imporrà un cambiamento radicale nella Spd, non basta una nuova linea programmatica, è necessario una rinnovamento del personale». Pistorius, finora ha sempre dimostrato una lealtà nibelungica a Scholz, non si è dissociato neanche adesso: «Abbiamo prima vinto insieme e ora perso insieme», ha detto ammettendo il risultato «disastroso», non c’è niente da abbellire. Spaventoso anche, ha aggiunto, il risultato dell’estrema destra. Quanto all’Unione ha vinto e spetta a lei il compito di formare il nuovo governo. La Spd deciderà per parte sua nei prossimi giorni il da farsi e la squadra che per le eventuali trattative di governo. Il leader Csu, Markus Söder, importante per gli equilibri nell’Unione con la Cdu, e da sempre contrario a un coinvolgimento dei Verdi, ha ribadito il punto: Robert Habeck ha perso le elezioni, «i Verdi devono andare all’opposizione». Dalla Baviera si è fatto sentire anche il presidente del Ppe, Manfred Weber (Csu): l’elettore hanno dato un chiaro mandato a Merz per un cambio di politica: bisogna affrontare insieme i problemi del Paese, ha scritto su X. Il leader Fdp e ex ministro delle finanze Christian Lindner (Fdp), licenziato da Scholz dal governo semaforo, ha detto lascerà la politica visto che il suo partito non ha raggiunto il 5%. In tv ieri ha ammesso la sconfitta e esortato ad avere nervi saldi. Nel dibattito in tv sono stati delineati i tempi principali di cui il governo dovrà occuparsi: una svolta su economia ed emigrazione, urgente dopo gli attentati di Magdeburgo, Aschaffenburg, Monaco. E anche gli sviluppi in politica estera: «Ucraina, Usa, Russia. Abbiamo due sfide contemporanee, Mosca e la nuova amministrazione Usa», ha detto Merz criticando anche le ingerenze di Elon Musk nella campagna elettorale. «Mosca e Washington si accordano sulla testa di noi europei, per questo serve subito un governo forte e funzionante», ha sottolineato.





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