Promesse e normative disattese sui servizi alla disabilità
Il mondo dei servizi alle persone con disabilità, qui in parte rappresentato dalle cooperative sociali di Confcooperative Federsolidarietà, alla fine dell’estate aveva tirato un sospiro di sollievo nell’apprendere della pubblicazione della DGR 1446, che dopo più di dieci anni andava a finalmente a restituire dignità a tutte quelle persone fragili accolte ed agli operatori che le accompagnano.
La Delibera della Giunta Regionale prevede infatti che la compartecipazione pubblica per sostenere i costi dei servizi (LEA) a queste persone, venisse incrementata (alcune realtà ricevono lo stesso contributo dal 2009).
In maniera lungimirante la normativa in questione mette anche disposizione un fondo 451.000,00 euro per aiutare le famiglie incapienti che dovrebbero, per Legge, partecipare alla spesa.
Le premesse sopra esposte sono però fino ad ora del tutto disattese.
Ad oggi le singole AST stanno dando una interpretazione “territoriale” della DGR, modificandone gli obiettivi iniziali. Inoltre, dovendo ogni singola AST fare riferimento per la spesa al budget storico (obbligo sicuramente scomodo previsto dalla normativa), hanno paventato che potrebbero non dargli seguito e di conseguenza non applicarla, con tutte le ricadute del caso.
Il risultato ad oggi è che la DGR non trovando applicazione, arreca forti danni per le organizzazioni che gestiscono servizi per le persone disabili. Sono anni che tali realtà comunicano lo stato di sofferenza nel quale versano e ancora nulla è stato fatto.
A nostro parere, inoltre, la Regione dovrebbe farsi carico dell’applicazione di una sua normativa, che oltretutto riguarda centinaia e centinaia di persone fragili ed altrettanti lavoratori.
Infine, sappiamo che il 28 novembre prossimo la Regione ha organizzato a Jesi un evento “celebrativo” della giornata internazionale delle persone con disabilità. Ci chiediamo allora… Cosa c’è da festeggiare? Considerando che anche nell’ultima PDL di assestamento di bilancio non è previsto neanche un euro per tali servizi, a testimonianza del posto che la Regione assegna a tutto ciò, nell’organizzazione del proprio welfare.
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