1 Aprile 2025
cosa rischia chi non lo fa


Roma, 26 marzo 2025 – Doccia fredda sulle imprese italiane che devono assicurarsi contro le catastrofi naturali: bocciata a sorpresa la proposta di rinviare di sette mesi l’obbligo di stipulare idonee coperture assicurative. Non ha passato il vaglio di ammissibilità della Commissione Attività produttive della Camera l’emendamento di FdI, che proponeva di estendere il termine per la stipula dei contratti a copertura di danni per calamità naturali. Presentato ricorso per far riammettere l’emendamento di Riccardo Zucconi (FdI) che propone una proroga a ottobre 2025 interpretando le esigenze delle imprese.

Cosa rischiano le imprese

Resta dunque il termine ultimo del 31 marzo prossimo perché le aziende si mettano in regola. In cinque giorni milioni di aziende dovranno dotarsi di una polizza anti-catastrofale, altrimenti rischiano di perdere l’accesso a ogni agevolazione e di incorrere in sanzioni. Come previsto dalla legge di bilancio 2024, dell’inadempimento dell’obbligo “si deve tener conto nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche”. Le imprese ora temono che sottrarsi all’obbligo possa portare all’esclusione da ogni forma di incentivo e bonus pubblico, compresi quelli per le assunzioni. Per questo il rischio paventato è che l’assicurazione si tramuti di fatto in una nuova tassa, soprattutto per chi produce in zone a rischio. Proprio per arginare i prezzi, il governo ha previsto una garanzia Sace in favore delle compagnie di assicurazione con una copertura fino al 50% degli indennizzi assicurativi e un meccanismo di mutualità che, secondo il presidente dell’Ania, Giovanni Liverani, permetterà ai costi di scendere in poco tempo “a livelli accessibili”.

Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

Le richieste di Cna e Confindustria

“Circa 4 milioni di imprese si trovano nell’impossibilità di sottoscrivere contratti in maniera consapevole sul livello di copertura e sui meccanismi di indennizzo” ha sottolineato Cna, chiedendo più tempo per valutare le offerte sul mercato. La scadenza del 31 marzo è troppo ravvicinata, come hanno più volte sottolineato le associazioni di categoria. Non solo molte aziende, soprattutto le più piccole si trovano impreparate economicamente a sostenere il nuovo onere, ma esistono “tanti elementi di incertezza che ancora riguardano le polizze” come sottolineato da Cna, secondo cui “l’offerta delle polizze assicurative non è ancora ben strutturata, manca il portale Ivass previsto dalla legge per confrontare le offerte”. Anche per questo Confindustria aveva chiesto un rinvio di tre mesi, evidenziando l’assenza di chiarezza su molti aspetti non dettagliati nel decreto ministeriale di fine febbraio, necessario per sbloccare la norma. Ma anche artigiani, commercianti e coop rappresentati da Cna, Confartigianato, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti e Confcooperative avevano bocciato la tempistica del 31 marzo, ritenuta “impraticabile”.

“Errore bocciare l’emendamento”

“Ritenere inammissibile l’emendamento che mirava a rinviare di sette mesi l’obbligo per le imprese di assicurarsi contro le catastrofi naturali è stato un errore – afferma il presidente della Confederazione Aepi, Mino Dinoi –. In questo momento di incertezza, soprattutto per le microimprese, e in assenza di indicazioni chiare per la definizione del costo polizza, un rinvio di sette mesi avrebbe anche consentito di poter pianificare al meglio una spesa, quella della polizza assicurativa, che affatica ancor di più le piccole realtà. Il caro bollette, la spada di Damocle dei dazi, non contribuiscono ad avere una visione futura che è, al contrario, quello che le imprese meritano”. 

Approfondisci:

Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

No al bonus elettrodomestici 2025 più semplice. Niente sconto in fattura, resta il click day

Critiche da M5S

Critici i parlamentari M5s delle commissioni Attività Produttive di Camera e Senato, Emma Pavanelli, Chiara Appendino, Enrico Cappelletti, Antonio Ferrara, Sabrina Licheri e Gisella Naturale che in una nota definiscono l’obbligo della polizza catastrofale come “un’altra invalidante ‘tassa-Meloni’ per le nostre imprese, molte delle quali non hanno liquidità sufficiente per dotarsi di questi costosi strumenti assicurativi. Sarebbe bastato dire sì al nostro emendamento al Milleproroghe che rinviava questa ennesima pazzia e rifletterci sopra un po’ meglio. Se ora arriverà un decreto in zona Cesarini, c’è da sperare soltanto che la toppa non sia peggiore del buco” conclude la nota. 

A rincarare la dose il deputato M5s Agostino Santillo, secondo cui “l’obbligo di stipulare una polizza anti-catastrofale non è una “cosetta” da approvare in modalità ‘mordi e fuggi’: riguarda quattro milioni di imprese, e senza una rotta chiara su meccanismi premiali e coperture, si rischia il pastrocchio più totale. Così come si va configurando, quella di queste polizze è una tassa in più per le pmi, oltreché un grosso affare per il settore assicurativo” conclude Santillo.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Opportunità uniche acquisto in asta

 ribassi fino al 70%