Scolmatore Bisagno: giovedì notte primo viaggio evento della maxi fresa – Primocanale.it


Quattro ore di viaggio su potenti carrelli modulari a passo d’uomo, dalle 23 e alle 4 della notte del giorno successivo. Quattro ore per attraversare le vie della Foce e della Valbisagno, nove chilometri in tutto, per idealmente accogliere e accompagnare quasi per mano la tanto attesa Talpa, la maxi fresa d’acciaio arrivata in nave dalla Cina, che scaverà lo scolmatore del Bisagno. Il tunnel che devierà le eventuali piene del torrente verso il mare di corso Italia e forse, dopo secoli di alluvioni e di lutti, farà finalmente evaporare anche lo spettro delle esondazioni dei genovesi, soprattutto per i duecentomila abitanti e l’infinità di commercianti che vivono e operano ai margini del Bisagno, i più esposti alle tragedie.

In marcia alle 23 di giovedì 27 febbraio

Lo storico viaggio del primo dei tre grandi pezzi della Fresa (nella foto della pagina di Fb Osservatorio Scolmatore del Bisagno curata da Pierangelo Malfatti), la Tbm, dall’inglese ‘tunnel boring machine’, avverrà la sera di giovedì 27 febbraio, seguito, salvo imprevisti, da altri due trasporti nelle notti di venerdì 28 e, dopo la pausa delle notti del fine settimana, di lunedì primo marzo, cossicché prima dell’alba di martedì tre marzo anche l’ultimo grande blocco d’acciaio dovrebbe essere depositato a bordo di un grande carrello telecomandato da operatori appiedati, nel cantiere di via Adamoli a Molassana, il campo base della maxi opera auspicata dall’alluvione del 1970, dove già da giorni sono stati trasferiti i pezzi più piccoli della grande fresa.

Come tutti i trasporti eccezionali, anche il viaggio dei tre giganteschi pezzi della Tbm, a causa della larghezza dei carrelli che occupano più una corsia, beneficerà della scorta di pattuglie della polizia municipale in auto e moto per aprire la strada e chiudere il corteo organizzato dalla ditta di spedizioni titolare del trasporto.

Per assurdo l’ultimo tratto di questo infinito viaggio iniziato dall’altra parte del globo avverrà, quando ormai manca poco al traguardo, in modalità slow, lenta, lentissima, a passo d’uomo, un itinerario di 9 chilometri, dai cantieri navali Mariotti, alla Foce, dove i pezzi saranno trasferiti via mare, e sino al cantiere dove la fresa sarà montata con la regia di alcuni tecnici cinesi, in via Adamoli.

L’itinerario

Il tragitto è già stato reso noto: la fase 1 prevede il trasferimento su una chiatta dal terminal San Giorgio, dove è attraccata la nave arrivata dalla Cina, ai cantieri Mariotti con l’utilizzo di gru per lo sbarco. Qui con la scorta della polizia municipale la marcia partirà attraverso via dei Pescatori, piazzale Kennedy. Seguirà la fase 2: il trasporto notturno dalle 23 da piazzale Kennedy all’area di cantiere seguendo un percorso prestabilito lungo il quale verranno posizionati divieti di parcheggio e sosta in corso Marconi, via Rimassa, corso Torino, corso Sardegna, corso De Stefanis, via Enrico Toti, via Lungo Bisagno Istria e Dalmazia e infine via Adamoli.

Fresa pagata da consorzio titolare dell’appalto

La talpa è stata acquistata dalla Consorzio Research titolare dell’opera con un investimento complessivo di 30 milioni, 12 per la fresa, più i costi del trasporto. La Tbm è arrivata l’altro venerdì al terminal portuale Messina a bordo della nave cargo Da-De della Cosco che dalla Cina, dopo due mesi e tre settimane di navigazione, l’ha trasportato a Genova, 86 giorni di mare in cui la nave ha percorso la rotta di circumnavigazione dell’Africa doppiando il Capo di Buona Speranza: una scelta resa necessaria per ragioni di sicurezza legate ai conflitti in corso in alcuni Paesi che si affacciano sul Mar Rosso.

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Mille e 280 tonnellate

La talpa pesa complessivamente 1.280 tonnellate, la componente più grande arriva a 198 tonnellate. Per seguire le varie operazioni saranno presenti anche tecnici cinesi della ditta costruttrice, che supervisioneranno le fasi di assemblaggio del macchinario in cantiere e la sua messa in funzione per lo scavo meccanizzato.

Un serpentone lungo 30 metri

Montati su carrelli modulari, una volta montata in cantiere la Talpa, che supererà i 6 metri di diametro e i 30 metri di lunghezza, sarà in grado di realizzare un tunnel sotterraneo di oltre 6 km per collegare l’alveo del Bisagno al mare di corso Italia, in confluenza dell’altro scolmatore del Fereggiano, più piccolo e già attivo da anni.

La soddisfazione della Regione

“Siamo di fronte a un passaggio fondamentale per un’opera di cruciale importanza per aumentare i livelli di sicurezza di una vasta area della città di Genova”, hanno commentato il presidente della Regione e Commissario di governo per le opere contro il dissesto idrogeologico Marco Bucci e l’assessore alla Difesa del Suolo Giacomo Raul Giampedrone.

Lavori finanziati dal governo Renzi

Lo scolmatore del Bisagno fu annunciato nel 1971, iniziato per pochi metri nel 1992, approvato con il Piano di Bacino del 2001. I lavori furono finanziati dal Governo Renzi (2014-2016) con e il progetto esecutivo reso nel novembre 2017 anche grazie a fondi regionali. In tutto si parla di oltre 200 milioni di euro. L’appalto fu aggiudicato nel giugno 2020, secondo quanto dichiarò con soddisfazione l’Agenzia per la Coesione Territoriale. È una delle più importanti opere contro il dissesto idrogeologico in Italia ed è l’ultimo tassello per la definitiva messa in sicurezza idraulica del torrente Bisagno, insieme allo scolmatore del Fereggiano, già operativo, e l’adeguamento della copertura alla foce del torrente, conclusa nel 2021, che ha raddoppiato la portata smaltibile fino a 850 metri cubi d’acqua al secondo.

Così il rischio idraulico sarà minimo

Lo scolmatore del Bisagno permetterà di aumentare di 450 metri cubi al secondo la portata di acqua del torrente, già aumentata sino 850 metri cubi al secondo con il rifacimento della copertura e l’abbassamento dell’alveo. Si arriverà così a una portata totale di 1.300 metri cubi totali al secondo, mettendo Genova al sicuro dalle piene che, secondo i modelli statistici, possono verificarsi una volta ogni 200 anni.

In ritardo di almeno due anni

Se fosse stato realizzato da cronoprogramma, lo scolmatore sarebbe stato battezzato nell’autunno scorso. E invece fra interdittive antimafia e altri ritardi, è ancora al palo. Secondo le ultime indicazioni della Regione potrebbe essere finito a metà del 2026, ossia fra un anno e mezzo. Come a dire che il prossimo autunno, il periodo in cui avvengono il novanta per cento delle alluvioni della nostra città, potrebbe essere l’ultimo senza la protezione dello scolmatore del Bisagno. 

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