attentato al commissariato di Albano, in fiamme 16 automezzi


Un attentato incendiario di matrice dolosa. Non c’è dubbio su quanto accaduto nella notte di domenica al commissariato di polizia di Albano dove 16 vetture – nove della stradale e altre sette in forza al distretto – sono andate completamente distrutte dopo che un uomo, ancora ricercato ha lanciato almeno due molotov fuggendo via. «Abbiamo sentito il fumo entrare nelle nostre camere, ci siamo svegliati di soprassalto e siamo usciti ma le fiamme erano alte», hanno raccontato alcuni residenti che abitano proprio a ridosso del posto di polizia e che ora si trovano a dover passare le proprie ore in pensioni ed hotel di zona perché a seguito dell’incendio, una palazzina è stata evacuata e cinque residenti presi in carico dai servizi sociali del Comune di Albano.

Quanto accaduto la scorsa notte arriva a pochi giorni di distanza da un altro attentato avvenuto a Castel Gandolfo contro l’Arma dei carabinieri. In quell’occasione per una dinamica molto simile tanto da far propendere gli inquirenti verso un legame fra i due episodi, un militare accorso nell’immediatezza riuscì a domare le fiamme. La scorsa notte invece, il fuoco si è propagato velocemente avvolgendo completamente le vetture e distruggendo parte del pergolato sopra il parcheggio oltre a danneggiare le abitazioni limitrofe. La matrice dolose è stata confermata dopo i primi rilievi della Scientifica e della Squadra Mobile anche se poi il caso è passato direttamente alla Digos.

LE TELECAMERE

Dalle immagini, riprese dal sistema di videosorveglianza di una farmacia sovrastante il commissariato, si vede un uomo completamente travisato, arrampicarsi sulla parete che delimita alle spalle dell’ingresso principale il parcheggio delle vetture di servizio. Un uomo probabilmente giovane e certamente allenato considerata l’altezza non inferiore ai sette metri è stato nitidamente ripreso. L’uomo aveva però il corpo e il capo interamente coperti, indossando molto probabilmente quei camici usati sotto la pandemia da Covid-19 dal personale medico ed infermieristico. Dalle immagini lo si vede arrivare sul ciglio del muro e da lì lanciare almeno due oggetti, che si presume fossero bottiglie contenenti liquido infiammabile e già accese all’estremità. Dopo il lancio e il seguente e veloce avvio dell’incendio, l’uomo è tornato indietro e velocemente si è diretto verso villa Ferraioli salendo infine a bordo di un’auto che, a folle velocità, ha fatto perdere le proprie tracce. La polizia sta acquisendo le immagini di altre attività commerciali e di appartamenti privati con la speranza di risalire al modello e anche, per quanto difficile, alla targa del veicolo. Che l’attentato fosse stato pianificato è nell’ordine della dinamica, chiarita in poco tempo, che accerta il dolo e richiama l’altro episodio contro i carabinieri. Motivo per cui la Procura che già aveva aperto un fascicolo per incendio unirà presto i due episodi in un’unica inchiesta. A Castel Gandolfo, nella sede della compagnia di via Ercolano e che ha competenza su un ampio territorio, fra cui anche Albano, un uomo si era introdotto nella notte fra l’8 e il 9 febbraio nel parcheggio e dopo aver gettato del liquido infiammabile sotto le auto del Nucleo operativo e radiomobile, aveva appiccato il fuoco. Fortunatamente non ci sono stati feriti, mentre ieri a seguito di quanto accaduto al commissariato alcuni residenti e tre agenti sono rimasti intossicati, ma comunque non sono mancati i danni alle vetture e ai mezzi dei militari. Per quanto non è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per via della prontezza nello spegnimento delle fiamme da parte del personale, diversi pneumatici sono esplosi.

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LE REAZIONI

Tutti i sindacati di polizia hanno espresso preoccupazione per quanto accaduto ad Albano. «È un chiaro attacco alle forze dell’ordine prese di mira – commenta Fabio Conestà, segretario generale del Mosap, il Movimento sindacale autonomo di polizia – chiediamo che sia fatta piena luce su entrambe le vicende e che eventuali responsabili siano individuati e adeguatamente puniti. Si tratta di veri e propri atti intimidatori che non lasciano presagire nulla di buono». Anche il sindaco di Albano Massimiliano Borelli e tutte le forze politiche del territorio hanno espresso forte e unanime condanna al gesto incendiario e solidarietà alla polizia. Nella serata di ieri una prima informativa è stata inviata dagli investigatori alla Procura di Velletri competente per territorio. Le due indagini confluiranno alla fine in un unico fascicolo. L’ipotesi più accreditata, al momento, è che si sia trattato – ad Albano quanto a Castel Gandolfo – di due attacchi dei movimenti anarchici insurrezionalisti per quanto non siano giunte ancora rivendicazioni ufficiali. Ma del resto le cronache recenti, hanno insegnato come le stesse possano giungere a distanza anche di trenta giorni.
C. Moz.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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