Cdu e Spd uniti fino al 2029? Partiti divisi su economia e tasse, ma la Germania non può permettersi l’instabilità


Il tanto atteso giorno dopo le elezioni del Parlamento tedesco è finalmente arrivato. Si temeva il peggio, e cioè un’affermazione di Alternative für Deutschland maggiore dei sondaggi, considerando il sostegno massiccio di Elon Musk sul suo social X e, purtroppo, gli attentati terroristici a pochi giorni dal voto. La Germania ha vissuto la campagna elettorale con il fiato sospeso e con angoscia. Il grande successo di Afd c’è stato, ma non come previsto dagli scenari più drastici.

Ora bisogna rimettere in piedi un paese in grande difficoltà. A partire dalla situazione economica che incalza le vite e le tasche dei tedeschi, dalla crisi di fiducia nel futuro e di identità, dalla situazione geopolitica incandescente. Senza dimenticare il punto di vista sociale: il problema sarà riuscire a conciliare la grande generosità tedesca nell’accoglienza dei migranti con un’economia in crisi, che ora vede accorciarsi la coperta delle risorse per il welfare. I tedeschi hanno risposto all’appuntamento elettorale come non accadeva dal 1990, con un’affluenza dell’83%, perché hanno capito che il momento era importante, e tutti hanno voluto partecipare. Il che è un sintomo di buona salute per la democrazia tedesca.

Adesso è il momento di governare questa fase difficilissima. A noi italiani può far sorridere la drammatizzazione della situazione tedesca, perché noi alle crisi siamo abituati. Loro no, e fanno fatica ad affrontare più problemi insieme: non sono multitasking, diciamo. La responsabilità di prendere in mano le redini della Germania oggi spetta sicuramente a chi ha portato l’Union, Cdu e Csu, a essere il primo partito: Friedrich Merz. Il capo del partito vincitore non ha moltissime carte da giocare, soprattutto perché la sua vittoria non è un trionfo: si è fermato sotto il 30%, mentre Angela Merkel viaggiava sempre sul 35/40%. Questo comporta che – per poter mettere in piedi una maggioranza – le scelte debbano ricadere sull’Spd, e quindi su una nuova Große Koalition a due. Anche perché, in questa fase delicata, comporre una maggioranza a tre comporterebbe tempi lunghi e mediazioni sicuramente più faticose e fragili. E la Germania non se lo può premettere.

Altre scelte poi sono impossibili. Con Afd ha dichiarato perentoriamente di non voler governare; i liberali della Fdp sono fuori dal Parlamento; i Verdi non basterebbero da soli (a proposito, Robert Habeck ha annunciato l’intenzione di lasciare la guida del partito dopo il flop). La scelta dell’Spd è obbligata. E quindi oggi una Germania in difficoltà dovrà affidarsi ai due tradizionali Volksparteien, che non godono esattamente di ottima salute e che non sono più neanche troppo “del popolo”, viste le percentuali. Ma questo è, e coloro che si preparano a governare il paese dovranno fare di necessità virtù e mettere in campo la classe dirigente migliore per affrontare tutte le sfide che hanno davanti.

Cosa può tenere insieme questa Grande Coalizione? Certamente l’atlantismo, anche se con Trump – che vuole disgregare l’Europa – non sarà facile. Merz ha ribadito convintamente il sostegno all’Ucraina, così come Boris Pistorius, ministro della Difesa molto popolare e molto più risoluto su Kiev rispetto al “tentennante” Scholz (che non entrerà nel governo). E poi c’è il sostegno a Israele e alla sua sopravvivenza, ma non devo spiegare qui le ragioni storiche di ciò che accomuna la classe politica tedesca. Sull’immigrazione e sui respingimenti potrebbero trovare un’intesa: l’Spd ancora prima della campagna elettorale ha mostrato la faccia cattiva, e Merz – con il voto in Parlamento – cercò i voti di Afd. Su questo argomento Alternative für Deutschland ha dettato la linea. Un altro grande problema che dovranno affrontare insieme è quello delle regioni dell’ex Germania dell’Est, balcanizzata da Afd. Perché? Cosa non sta funzionando della riunificazione? Non si può fischiettare e fare finta di niente.

Sull’economia, sulle tasse, sul sostegno alle imprese e sul rilancio degli investimenti dovranno trovare un terreno comune. Su questo tema centrale c’è sicuramente una divaricazione: l’Spd ha aperto alla possibilità di revisione del freno al debito, mentre Merz – erede di Wolfgang Schäuble – è più rigido. Ma questa fermezza dovrà inevitabilmente mitigarla, se vuole davvero essere il Cancelliere che porta fuori la Germania dalle secche, aiutando anche l’Europa.

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Ce la faranno a costruire una coalizione che duri fino al 2029? Ce la devono fare, perché oggi vivo in Germania (ma sono italiana) e ricordo le ironie tedesche sull’instabilità della politica italiana e so quanto incida sull’economia di un paese. Quindi, cari amici tedeschi, fate poco i fenomeni e rimboccatevi le maniche: Merz parli con Giorgia Meloni e veda con lei di difendere l’Europa.

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Ho lavorato in tutte le istituzioni italiane: Assessora al Comune di Firenze, Presidente di Agensport – Regione Lazio, Deputata della Repubblica, Consigliera di tre Ministre della Repubblica. Dal 2016 sono Coordinatrice del Comitato Organizzatore di “Didacta Italia”, l’edizione italiana di “Didacta International” la Fiera della Scuola più importante del mondo che si svolge in Germania. Sono sposata con Ricarda Concia, criminologa tedesca, con cui vivo a Francoforte dal 2014.





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