Oristano Domani 29 novembre ripartono ufficialmente i lavori di restauro grazie a un finanziamento del Ministero della Cultura di circa due milioni di euro: «L’ex Convento di San Francesco diventerà un luogo in cui gli studiosi della storia, della città di Oristano e della provincia potranno consultare il patrimonio archivistico che qui verrà conservato, ma potranno avere anche l’occasione di visitare il complesso che lo ospita e che sarà ovviamente il museo di se stesso».
La responsabile del progetto, Patrizia Luciana Tomassetti, del Segretariato regionale del Ministero della Cultura, fa da guida fra le varie sale dell’antico convento del 1250 con il direttore dei lavori Paolo Margaritella, della Soprintendenza Archeologia belle arti di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna. Ancora qualche anno, sono previsti 539 giorni di lavori, poi la chiesa rimaneggiata nei secoli e occupata dall’Esercito che l’ha trasformata in distretto militare, periodo in cui «vennero rivestiti i solai col cemento armato», diventerà la sede dell’archivio di Stato: «Fra i più importanti della Sardegna con i suoi sei chilometri di carte e documenti», precisa Patrizia Luciana Tomassetti.
I lavori sono stati consegnati questa mattina 28 novembre all’impresa aggiudicataria dell’appalto: “Consorzio stabile Imprenet di Padova”. «Questo atto sancisce l’inizio di una nuova fase per la realizzazione del restauro dell’ex Convento» spiegano i due architetti che hanno raccontato le varie fasi del restauro. «Con questo intervento non si porta a compimento complessivo, ma si prosegue in maniera costante la realizzazione del recupero del monumento dall’inestimabile valore, iniziato nel 2019». Tomassetti e Margaritella spiegano che «si distinguono almeno quattro corpi di fabbrica di datazioni e destinazioni d’uso diversi: l’antica chiesa, i corpi conventuali, gli ambulacri dell’antico chiostro e l’ambulacro di un secondo chiostro di cui si hanno labili tracce». I lavori inizieranno con l’allestimento del cantiere per l’esecuzione di interventi che riguarderanno principalmente la chiesa medievale e gli ambulacri del chiostro principale. «L’aula dell’antico edificio sacro verrà recuperata in tutta la sua altezza con la rimozione di un solaio realizzato in età moderna. Andrà a costituire l’ingresso dell’archivio con una sala polifunzionale destinata all’accoglienza, all’orientamento e all’organizzazione di conferenze ed eventi».
Questo intervento consentirà di poterne apprezzare nuovamente il volume e di valorizzare gli elementi ancora presenti dell’antico edificio. «Contestualmente – continuano gli architetti – verranno realizzati dei ballatoi a mezza altezza percorribili dall’utenza dell’Archivio che metteranno in collegamento il piano terra con il primo piano da dove si accederà agli altri ambienti. In questo modo – spiegano – si valorizzerà l’identità di questo spazio, storicamente separato dal resto, e allo stesso tempo si favorirà l’idea unitaria dell’Archivio tramite il collegamento con gli altri volumi di diversa fase costruttive e diverso utilizzo». L’altra area di intervento interessa i bracci porticati che affacciano sul chiostro principale con il ripristino armonico delle finiture e dei piani pavimentali come doveva essere in origine.
Infine gli scavi archeologici nella parte centrale del chiostro: «Per verificare l’esistenza dell’antico pozzo che ancora non è stato trovato».
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