La prova di maturità per la democrazia tedesca


Le elezioni politiche tedesche del 23 febbraio 2025 sono già entrate nei libri di storia. Non per la vittoria annunciata dei partiti di centrodestra CDU/CSU (28,52%, + 4,38% rispetto al voto di tre anni fa) del neocancelliere Friedrich Merz; neanche per la sonora sconfitta del partito socialdemocratico (Spd) del Cancelliere uscente Olaf Scholz (16,41%, – 9,29% rispetto alle precedenti elezioni e peggior risultato nella storia dei socialdemocratici); né per la vittoria a est, anch’essa prevista, dell’estrema destra dell’AfD (Alternative für Deutschland) che ha praticamente raddoppiato i voti attestandosi al 20,80% dei voti.

Questi risultati i sondaggi li avevano pronosticati e sotto questo punto di vista le sorprese non ci sono state. Non si è verificato lo sfondamento dell’estrema destra dell’AfD oltre all’atteso 20% e c’è stata la debacle della socialdemocrazia. L’unica piccola sorpresa è stata il 28,52% di voti raccolti dai partiti cristiani dell’Unione (CDU/CSU) da cui ci si aspettava almeno il 30% e qualcosina in più che apre a una serie di riflessioni su cui torneremo. La portata storica di questa tornata elettorale la danno due elementi: l’affluenza al voto, alta come non si vedeva da decenni (l’82,5% degli aventi diritto al voto si è recato alle urne), che testimonia quanto i tedeschi abbiano colto l’importanza del voto in questo difficile momento storico; e il non ingresso nel Bundestag, il Parlamento Federale, di liberali (FDP) e del partito di estrema sinistra BSW, entrambi sotto alla soglia di sbarramento del 5%.

Dopo una notte al cardiopalma vissuta in attesa dei risultati definitivi, a scrutini ultimati, sono stati appena 14.000 i voti che hanno spostato l’ago della bilancia a favore della governabilità. Con un Parlamento ridotto da sette a cinque forze politiche si è scongiurato il pericolo della frammentazione che avrebbe dato vita a coalizioni di governo deboli, male assortite e destinate a durare poco come quella uscente. Questi preziosi 14.000 voti hanno fatto sì che nel riconteggio dei voti dei due partiti che non hanno superato la soglia di sbarramento del 5%, ci siano i numeri per formare una coalizione di governo tra i partiti dell’Unione e i socialdemocratici.

Esattamente lo scenario desiderato da Merz e che con ogni probabilità si realizzerà: coalizione a due con l’Unione forza trainante per realizzare quel “radicale cambio di passo voluto dai tedeschi” rispetto alla sfiduciata e deludente coalizione guidata da Scholz. Grande coalizione per Merz significa: accordarsi con un solo alleato partendo da una posizione di forza, trattative tra alleati e decisioni più veloci, maggiore stabilità dell’esecutivo al lavoro per rilanciare la terza economia del mondo, provvedimenti più restrittivi per quanto riguarda immigrazione e diritto d’asilo e maggiore attenzione alla sicurezza, temi questi ultimi cavalcati abilmente dalla destra radicale dell’AfD. I socialdemocratici certamente non accetteranno ogni proposta di Merz, ma in seguito al tracollo targato Scholz dovranno seguire la linea del neocancelliere e fare i conti interni a livello di strategie e personale. 

Visto il difficile contesto internazionale, ieri sera, dopo la chiusura delle urne, in una tavola rotonda televisiva con tutti i leader presenti, Merz ha mandato messaggi chiari all’opinione pubblica tedesca. Alla luce del disimpegno statunitense in Europa, entro Pasqua Merz intende formare un nuovo governo che sia capace di assumere in Europa un ruolo guida per favorire la cooperazione a livello politico e militare. Merz ha detto senza mezzi termini che la Germania continuerà ad appoggiare militarmente ed economicamente l’Ucraina, che Putin rappresenta un serio pericolo per la stabilità, la sicurezza, la pace e la libertà del Vecchio Continente e che l’Europa dovrà imparare, da subito, a fare a meno della protezione incondizionata degli Usa. Per queste ragioni Merz ha posto l’accento sul fattore tempo (“l’Europa sta aspettando la Germania”), sulla stabilità del suo esecutivo, che cercherà l’appoggio degli alleati europei e soprattutto di tre Paesi che lui considera fondamentali per agire insieme nel delicatissimo contesto internazionale: Francia, Polonia e Gran Bretagna, anche se quest’ultima non fa parte dell’Ue. Nonostante ieri sera la leader dell‘AfD Alice Weidel abbia dichiarato, rivolgendosi a Merz, che “Unsere Hand ist ausgestreckt”, la nostra mano è tesa, ovvero ha offerto la disponibilità a formare una coalizione interamente di destra, a suo avviso la sola capace di risolvere i problemi legati all’immigrazione e la sola che soddisferebbe la volontà della maggioranza dei tedeschi, ha dovuto subire la secca replica di Merz.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Il Cancelliere designato ha replicato senza mezzi termini che il suo partito non si alleerà mai con un partito come l’AfD che vuole la Germania fuori dall’Ue, dall’Euro, dalla Nato e che non ha mai condannato l’aggressione di Putin all’Ucraina. Coi filoputiniani che vogliono distruggere l’Ue Merz non tratta e neanche il suo elettorato intende trattare, anche se sulla linea dura contro l’immigrazione clandestina e dell’inasprimento del diritto d’asilo l’AfD e l’Unione hanno idee simili. La narrazione dell’AfD, ovvero che la maggioranza dei tedeschi chiedono un governo tra loro e la CDU/CSU e che i politici tradiscono la volontà del popolo, non corrisponde al vero.  Da un sondaggio è infatti emerso che il 73% degli elettori sono contrari a coalizioni con l’AfD a fronte di un 21% che vede nell’AfD un possibile partner. In altre parole la grande maggioranza dei tedeschi, da destra a sinistra, non vuole allearsi con l’estrema destra. Il cordone sanitario, ovvero il muro eretto da tutti i partiti per evitare un’alleanza con l’AfD, ha retto. L’interrogativo che pone ripetutamente la candidata alla Cancelleria Alice Weidel “sino a quando potranno isolarci?” resta però intatto. Merz ne è ben cosciente e proprio per questo intende agire velocemente e con determinazione per risolvere i problemi (immigrazione e economia in testa) togliendo così ossigeno all’AfD. Seppur vincitore, Merz non è riuscito come si aspettavano i suoi sostenitori a raccogliere almeno il 30% dei voti. I motivi di questo pallido successo sono da imputare a due fattori: la scarsa simpatia che suscita soprattutto tra i giovani e le donne a cui Merz non scalda i cuori e la pesante e negativa dote sulla politica migratoria lasciata dalla ex Cancelliera Angela Merkel, notoriamente ostile a Merz sino a emarginarlo nel partito e costringendolo a prendersi una pausa dalla politica per poi rientrarvi una volta uscita di scena lei. La scelta di Angela Merkel di accogliere nel 2015 un milione di profughi siriani in Germania è stata vissuta da numerosi elettori di destra come un tradimento dei propri valori, tradimento che si è consumato con l’AfD. Merz, che ha criticato apertamente la ex Cancelliera per l’apertura delle frontiere, ha spostato la barra verso destra cercando di recuperare l’elettorato deluso che però aveva ormai scelto l’AfD. La mossa non ha convinto pienamente e gli è costato sicuramente qualche punto percentuale che avrebbe trasformato  la vittoria da sbiadita a fulgida.

Conclusioni

La prossima mossa di Merz sarà quella di intavolare trattative con la Spd per formare al più presto un nuovo governo. Ma ancora più velocemente dovrà trovare una maggioranza entro le prossime quattro settimane, ovvero prima dell’insediamento del nuovo Parlamento, per approvare la riforma del freno al debito (Schuldenbremse) per cui è prevista costituzionalmente una maggioranza qualificata pari ai due terzi. La riforma del debito servirà per finanziare le spese militari che servono alla Germania per dotarsi delle forze armate moderne. Vista l’opposizione ad allentare i vincoli di bilancio da parte di AfD e del partito di estrema sinistra, Die Linke (che ha raggiunto un sensazionale 8,7% dei voti), Merz cercherà di far approvare la riforma dall’attuale Bundestag dimissionario prima che si insedi il neoeletto. Per raggiungere lo scopo ha già chiesto l’appoggio di socialdemocratici, verdi e liberali che si sono dimostrati disponibili vista la gravità della situazione internazionale. Per Merz e la Germania la corsa contro il tempo è iniziata. 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link