La Borsa del Turismo: il caso Santanchè e le presunte borse false – Sondaggi Bidimedia



Il gossip sulle borse false può essere più imbarazzante di una condanna per truffa?

Chiedetelo a Daniela Santanchè, ministra del Turismo. Può davvero la borsa di una donna (come cantava Noemi a Sanremo qualche anno fa) portare alle dimissioni più di un’indagine per truffa ai danni dello Stato?

Nel circo mediatico, soprattutto quello social – croce e delizia dei personaggi pubblici con la spunta blu – c’è una cosa che spaventa i politici più di un’accusa per corruzione, peculato o truffa: il pubblico ludibrio generato dai social, tra click, meme e commenti virali.

Perché un monito aleggia tra le stanze del potere: “Il meme dà, il meme toglie.”

Puoi persino diventare Premier di un Paese del G7 se un tuo comizio, grazie ai remix social, diventa un trend virale, tradotto in più lingue. Ma puoi anche rimetterci il posto quando il giocattolo della viralità si ritorce contro di te.

Lo sa bene l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che di reati non era accusato, eppure si è dimesso quando la cronaca rosa ha preso il sopravvento su quella politica.

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Ed ecco che, quando entrano in gioco il gossip e il meccanismo dei social, inizia un inarrestabile iter virale che può cambiare tutto.

Il caso Santanchè-Pascale: borse Hermès false e polemiche

Il caso è stato sollevato da Selvaggia Lucarelli, che su Il Fatto Quotidiano ha ricostruito nei dettagli la storia delle presunte borse Hermès contraffatte, regalate (sembrerebbe) nel 2014 da Daniela Santanchè a Francesca Pascale, allora compagna di Silvio Berlusconi.

Secondo la versione della Pascale, lei sarebbe stata ignara del fatto che quei “pensierini” della Santanchè fossero falsi, e questa rivelazione ora inguaia la ministra, che potrebbe trovarsi un nuovo capo d’accusa da aggiungere alla lista. 

L’inchiesta di Lucarelli ha rivelato che le borse sarebbero state acquistate da Santanchè tramite canali informali, ma una volta scoperta la loro non autenticità, avrebbe tentato di rivenderle. 

La ministra, però, nega tutto e minaccia azioni legali.

Ma stavolta l’onta sembra essere più pesante di quella per cui la Santanchè è già indagata.
Perché da una come Santanchè ti aspetti di tutto, ma non che “raccatti” borse false da un ambulante per regalarle alla fidanzata dell’uomo più potente d’Italia.

Che caduta di stile per la regina del jet set!

Il caso, è talmente ricco di particolari curiosi e gossippari, che potrebbe avere lo stesso effetto mediatico che ha travolto Sangiuliano.

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Ovviamente, questo articolo non intende dare giudizi politici o cercare colpevoli, ma solo porsi la seguente domanda: una borsa falsa può far più danni di un’indagine per truffa al’INPS?

Vedremo se anche questo caso conferma la tesi secondo cui, oggi, per perdere una poltrona, non conta la gravità dell’accusa ma la viralità con cui si diffonde sui social.

Per ora la Ministra non ha intenzione di dimettersi, come ha dichiarato ieri in Parlamento a seguito della mozione di sfiducia presentata dall’opposizione, ma staremo a vedere cosa accadrà nei prossimi giorni.

“Parigi val bene una messa”, diceva un’antica espressione.
Che un paio di borse parigine false possano valere le dimissioni di Santanchè?

✍️ di Renato Scattarella
📌 Editorialista BidiMedia  [Segui su Instagram

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